Percorsi di spiritualità
Come integrazione ai corsi di iconografia sacra il Laboratorio Porta del Cielo propone due PERCORSI DI SPIRITUALITÀ: Consacrazione al Cuore Immacolato di Maria e Meditazione cristiana con le icone.
I percorsi sono aperti a tutti e non necessitano di iscrizione all’Associazione.
Percorso di consacrazione
al Cuore Immacolato di Maria
Si tratta di un percorso di 8 incontri per giungere consapevolmente all’Atto di Consacrazione al Cuore Immacolato e Addolorato di Maria, il mezzo più efficace per sperimentare la sua maternità spirituale nella nostra personale esistenza.
La maternità spirituale di Maria è la via migliore per conoscere Gesù. Egli stesso, infatti, che dall’alto della Croce, unisce per sempre il discepolo amato a sua Madre, affinché siano un dono l’uno per l’altro:
E da quell’ora il discepolo l’accolse con sé»
(Gv 19,26-27)
Da quel momento, in virtù dello Spirito Santo, l’apostolo Giovanni diviene figlio di Maria, fratello di Gesù nostro Signore e figlio dell’eterno Padre.
Sull’esempio di San Giovanni apostolo, ci consacriamo a Maria per vivere come lei, in Gesù, per mezzo dello Spirito Santo, da veri figli del Padre e così arrivare a sperimentare il suo trionfo, come ci ha promesso a Fatima: “Infine il mio Cuore Immacolato trionferà”. Il trionfo della Bontà, della Bellezza e della Verità è già iniziato, e il germe di questa rinascita dell’umanità sono proprio i figli di Maria a lei consacrati.
Percorso di Consacrazione a Gesù Cristo
Percorso di 33 giorni proposto da san Luigi Maria Grignon de Montfort nel “Trattato della vera devozione a Maria – Preparazione al Regno di Gesù Cristo” – Anno 2020
Percorsi di meditazione con le icone
Si tratta di incontri di meditazione cristiana in cui l’ascolto della Parola divina (Logos) e la contemplazione dell’Immagine sacra (Eikon) si fondono insieme, allo scopo di conoscere Gesù, Parola e Icona del Padre. Gli incontri sono tenuti da fratello Giovanni.
«Risplenda la luce dalle tenebre»,
egli stesso rifulse nei nostri cuori,
perché chiara si rendesse la conoscenza della gloria di Dio
che risplende sul volto di Cristo”
(2 Cor 4,6).
Solo nella conoscenza di Dio, rivelatosi in Gesù Cristo, ogni persona umana può trovare la vera pacificazione ed unità di spirito, anima e corpo (cf. 1Ts 5, 23).
Modello di questa conoscenza divina è la Santa Vergine Maria: “Maria, da parte sua, custodiva tutte queste cose meditandole nel suo cuore” (Lc 2,19).
Lei è l’esempio vivente di cosa significa meditare la Parola di Dio nel silenzio del proprio cuore. Lei ci ricorda che il silenzio non è l’assenza di parole, ma la presenza dell’Unica Parola che salva, quella eterna: “Fammi conoscere, Signore, le tue vie, insegnami i tuoi sentieri. Guidami nella tua verità e istruiscimi, perché sei tu il Dio della mia salvezza, in te ho sempre sperato” (Sal 25,4-5).
Percorsi di spiritualità in programma
Meditazioni con le icone
Scoprire la Bellezza: Meditazioni bibliche alla presenza delle sacre icone
Durata: la 3° Domenica del mese, da giugno a dicembre 2024
IL PERCORSO IN 7 MEDITAZIONI
MEDITAZIONI
3° meditazione - Dio Padre Onnipotente "Abbà Pater"
L’icona “Deus Pater Omnípotens – Abbà Pater” è stata dipinta da sr. Maria di Gesù sul modello dell’icona di Dio Padre Onnipotente scritta dall’iconografa Lia Galdiolo verso la fine del secolo scorso (XX). Essa si ispira alle messaggio che Dio Padre ha dato a suor Eugenia Elisabetta Ravasio (1907-1990), religiosa missionaria nata in provincia di Bergamo il 4 settembre 1907, e appartenente alla Congregazione francese di Nostra Signora degli Apostoli.
Singolare è il fatto che il Padre celeste, nel 1932, dettò a Madre Eugenia il Messaggio in latino, lingua a lei totalmente sconosciuta.
Il messaggio è stato riconosciuto di natura divina da Alexander Caillot, vescovo di Grenoble, diocesi dove madre Eugenia ricette le suddette rivelazioni del Padre divino. La prima chiesa dedicata a Dio Padre si trova a Zaporoze, in Ucraina, ed è stata inaugurata il 7 agosto 2004.
Veniamo ora al messaggio che l’icona ci comunica.
“Pace e salvezza – disse – a questa casa e al mondo intero! Che la mia Potenza, il mio Amore e il mio Spirito Santo tocchino i cuori degli uomini, affinchè tutta l’intera umanità si volga verso la salvezza e venga verso suo Padre, che la cerca per amarla e salvarla!
Ho scelto questo giorno per iniziare la mia Opera tra gli uomini, perchè è la festa del Sangue prezioso del mio Figlio Gesù. Ho intenzione di intengere in questo Sangue l’Opera che sto iniziando, perchè essa porti grandi frutti nell’umanità intera.
Ecco il vero scopo della mia venuta:
- Vengo per bandire il timore eccessivo che le mie creature hanno di me e per far loro capire che la mia gioia consiste nell’essere conosciuto ed amato dai miei figli, cioè da tutta l’umanità presente e futura.
- Vengo a portare la speranza agli uomini e alle nazioni. Quanti l’hanno già perduta da molto tempo! Questa speranza li farà vivere nella pace e nella sicurezza lavorando per la loro salvezza.
- Vengo per farMi conoscere così come sono. Perchè la fiducia degli uomini aumenti contemporaneamente al loro amore per Me, loro Padre, che non ho che una sola preoccupazione: quella di vegliare su tutti gli uomini e di amarli come miei figli.
Il pittore si diletta nel contemplare il quadro da lui dipinto; così io Mi compiaccio, Mi rallegro nel venire tra gli uomini, capolavoro della mia creazione!
Il tempo urge, vorrei che l’uomo sapesse al più presto che lo amo e che provo la più grande felicità nello stare con lui e parlare con lui, come un padre con i suoi figli…
4° meditazione - San Francesco d'Assisi, "Mio Dio, mio Tutto"
La meditazione trae ispirazione da due icone dipinte entrambe da sr. Maria di Gesù, in tempi lontani e apparentemente diversi tra loro (1997 – 2014), ma in realtà molto vicini, perché uniti da un unico Spirito, quello che ha animato la vita di San Francesco d’Assisi e anima quella dei sui figli spirituali.
La seconda icona (in ordine temporale) di San Francesco d’Assisi (2014) è stata dipinta sul modello dell’affresco della Maestà di Cimabue che si trova nella Basilica inferiore di Assisi, e che egli dipinse verso la fine del XIII secolo. Si tratta di una delle più antiche rappresentazioni del santo.
Nell’originale egli è ritratto a figura intera, scalzo, indossa il saio, e ha un aspetto giovanile, con una corta barba e con la chierica (tonsura), le grandi orecchie a sventola, il mento appuntito. Fissando il fedele, mostra con evidenza i segni delle stimmate sulle mani e sui piedi, nonché sul costato grazie a uno squarcio all’altezza del petto. Con le due mani tiene stretto un libro: probabilmente il Vangelo di Nostro Signore Gesù Cristo, che egli prese come regola di vita, e a partire dal quale poi, su ispirazione divina, compose la Regola per i suoi frati.
La prima icona (in ordine temporale) “Mio Dio, Mio Tutto” (1997) è invece un’icona di nuova ispirazione – si dice protorivelata – dipinta ispirandosi all’autentica spiritualità francescana e commissionata a sr. Maria da padre Angelo Barbin frate minore francescano e suo padre spirituale.
San Fransceco ci insegna che non si può amare veramente senza conoscere la sorgente dell’amore. È necessario dunque tornare ad abbeverarsi a questa sorgente. L’icona Mio Dio, mio Tutto è un inno di ringraziamento a Gesù Cristo, presente realmente nella Sua Chiesa, attraverso le Sacre Scritture, la celebrazione dell’Eucarestia, i suoi Ministri, i suoi Santi e tutti gli uomini di buona volontà.
5° meditazione - Madre di Dio del dolce bacio
Oggi contempleremo da vicino l’icona della “Madre di Dio della Tenerezza e del dolce bacio”. L’icona è stata dipinta da sr. Maria e si ispira alla Madre di Dio Glikophilousa della scuola veneto-cretese (XVII sec.) conservata al Museo “Onufri” di Berat in Albania, nella Penisola Balcanica.
La scuola iconografica veneto-cretese, è un’importante scuola pittorica che fiorì sull’isola di Creta quando questa era sotto il governo della Serenissima tra il 1204 e il 1669. Vi era un’importante domanda di icone bizantine in Europa durante il Medioevo, ed essendo Creta un possedimento veneziano (sin dal 1204), fu presto un centro di produzione di queste opere d’arte. Dopo la caduta di Costantinopoli (1453), Creta fu il principale centro artistico cristiano di matrice greca dal quindicesimo al diciassettesimo secolo. È in questo ambiente che si sviluppò lo stile pittorico veneto-cretese che fu caratterizzato dalla tradizione sia latina che bizantina.
La tipologia greca della Glikophilousa, che significa «del dolce bacio», è una variante della Elousa, cioè della tenerezza. In tale tipologia iconografica si accentua ancora di più il rapporto intimo-affettivo tra la Madre e il Figlio, il tenero scambio d’amore tra i due, e per questo viene anche chiamata Madonna Coccolatrice, cioè delle carezze. La Madre di Dio tiene in braccio il Bambino Gesù che è nell’atto di darle, o di apprestarsi a darle, un tenero bacio sulla guancia. Il suo sguardo triste e assorto, deriva dalla consapevolezza del destino del Figlio. Come in tutte le icone di questa tipologia vi è un rovesciamento di prospettiva: non è la Madre che consola il Figlio, ma il Figlio che, con un bacio, consola la Madre, destinataria della Tenerezza di Dio. La sofferenza che attende il Figlio, ed è già nel cuore della Madre, non è mai disgiunta dalla Tenerezza divina che avvolge entrambi e già li introduce nella Gloria del Regno.
In questa icona, Maria ci mostra la Via, non semplicemente indicandola, ma abbracciandola e baciandola, ossia amandola: ella infatti in sommo grado ha abbracciato Cristo partecipando a tutta la sua Missione Redentrice, e lo ha fatto come risposta all’abbraccio di Dio che per primo l’aveva amata: «Lo Spirito Santo scenderà su di te, su te stenderà la sua ombra la potenza dell’altissimo» (Lc 1,35).
6° meditazione - Volto del SS. Salvatore in Laterano
Mediteremo oggi sull’icona del Volto del Santissimo Salvatore. L’icona è stata dipinta guardando fedelmente all’antica icona che si trova custodita nella cappella Sancta Sactorum nei pressi della Basilica romana di San Giovanni in Laterano, ed è stata arricchita da molte pietre di svariati colori e dall’iscrizione presa dal Salmo 80,4: “Deus converte nos, illumina vultum tuum super nos et salvi erimus”, “Dio convertici, fa splendere il tuo Volto su di noi e saremo salvi”.
Il 9 novembre 2024 si sono celebrati i 1700 anni dalla dedicazione di questa Basilica, la prima Basilica pubblica della cristianità, madre di tutte le chiese del mondo, in quanto sede della cattedra di Pietro (324 d. C.).
L’icona del Volto Santo, probabilmente proveniente da Costantinopoli, arriva a Roma nel VII secolo, e viene collocata nella cappella di San Lorenzo al Patriarchio Lateranense, la cappella privata del papa, a due passi dalla Basilica. Rimane qui per tutto il tempo delle lotte iconoclaste, così da essere preservata dalla distruzione. L’iconoclastia, per chi non lo sapesse è quel movimento religioso e politico insieme che nell’Impero bizantino, nei sec. VIII e IX, avversava il culto religioso e l’uso delle immagini sacre, dando così origine a una serie di contrasti religiosi e politici e di violente lotte, che provocarono fra l’altro la distruzione di un notevole patrimonio di arte sacra.
A motivo di molte e importanti reliquie di Santi ivi custodite, a partire dal IX secolo questa importante cappella papale cominciò a chiamarsi Sancta Sanctorum. In essa si conservarono le Teste dei Ss. Apostoli Pietro e Paolo, poi trasferiti nella Basilica. Tra le reliquie più celebri vi è tuttora la cosiddetta Scala Santa, quella che, secondo la tradizione, Gesù salì a Gerusalemme per raggiungere l’aula dove subì l’interrogatorio di Ponzio Pilato prima della crocifissione.
L’icona del Ss. Salvatore in Laterano è una delle icone di Cristo più cara alla cristianità. È noto infatti che dal VII al IX secolo era tradizione che essa uscisse dal Laterano per essere portata in processione per le vie di Roma in occasione delle principali festività mariane.
Nel 753 dopo Cristo il cuore della cristianità, la città di Roma, venne a trovarsi sotto la minaccia dei Longobardi. In quella occasione, per chiedere la protezione divina, la reliquia fu portata in spalla da papa Stefano dal Laterano a Santa Maria Maggiore a piedi nudi e con il capo coperto di cenere. La vicenda ebbe un esito felice, il re longobardo Astolfo rinunciò a reclamare i territori contesi e a muovere guerra a Roma, cosa che fu interpretata come un miracolo del Volto Santo.
Dalla metà del secolo IX in poi, e a partire dal pontificato di Leone IV (847-855), la processione del Volto Santo aveva luogo solo in occasione della solennità dell’Assunzione in cielo della Beata Vergine Maria nella notte fra il 14 e il 15 agosto. Alla luce delle fiaccole l’immagine usciva dal Sancta Sanctorum a mezzanotte e percorreva le vie della città finché all’alba arrivava a Santa Maria Maggiore dove l’attendeva il Papa e l’altra icona più importante e miracolosa di Roma, la Salus Popoli Romani, che allora si chiamava Regina Caeli. L’immagine di Gesù entrava nella basilica per incontrare e rendere omaggio a sua Madre. Questa processione proseguì ininterrottamente per circa 700 anni fino alla seconda metà del XVI secolo.
La frequente esposizione alle intemperie e i lavacri rituali determinarono però il veloce deterioramento della tavola, tanto che già nel medioevo venne applicata una copertura d’argento dorato con molte pietre preziose (la cosiddetta riza), fatta eseguire da papa Innocenzo III per proteggere, impreziosire e nascondere alla vista l’icona che si era deteriorata.
Solo nel 1907 gli studiosi poterono vedere il dipinto senza la sua copertura scoprendo che, oramai, la pittura originale era quasi completamente scomparsa. Non si conosce con certezza l’epoca a cui risale l’icona, si ipotizza il VI-VII secolo. Il volto che si vede attualmente è in realtà dipinto su un ritaglio di seta sovrapposto all’icona in epoca medievale.
Questo fatto ci fa riflettere sull’inestimabile valore spirituale che un’icona acquista nel momento in cui per secoli diviene oggetto di venerazione pubblica da parte dei fedeli. Valore che non passa con il deterioramento dell’icona, ma che rimane oltre il tempo. Lo stesso papa Giovanni Paolo II volle rispolverare il culto a cui questa icona era soggetta durante i riti pasquali portandola più volte in Vaticano per la pubblica venerazione dei fedeli.
7° meditazione - Immacolata Madre della Vita
Quella che presentiamo è un’icona protorivelata (di nuova ispirazione) scritta da sr. Maria nell’anno 2004. Si tratta di un’icona ricca di contenuti biblici che derivano dalla devozione mariana fiorita dopo le apparizioni di Guadalupe, La Salette, Lourdes e Fatima: la vita cristiana della Chiesa pur professando sempre la medesima fede ricevuta dagli apostoli, in crescita, in movimento, sospinta dal soffio dello Spirito Santo che, come insegna Gesù agli apostoli, “vi guiderà alla verità tutta intera, perché non parlerà da sé, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annunzierà le cose future.” (Gv 16,13).
Questa icona nasce in un contesto storico in cui la vita umana è rifiutata, disprezzata e pericolosamente attaccata. La Madre di Dio, che ha dato alla vita il Salvatore del mondo, viene invocata come Colei che può aiutare potentemente a vincere quelle battaglie che sono scatenate contro Dio e dunque contro l’uomo stesso, creato ad immagine di Dio. Ricordiamoci le parole che Dio rivolge al serpente infernale, a satana, dopo che questi aveva indotto i nostri progenitori alla ribellione nei confronti di Dio: “Io porrò inimicizia tra te e la donna, tra la tua stripe e la sua stirpe: questa ti schiaccerà la testa e tu le insidierai il calcagno” (Gen 3,15).
L’icona “Immaculata Mater Vitae” ci ricorda che Maria è Madre della vita e dunque anche di tutti i bambini che vengono concepiti ma che non possono nascere. Allora questa sua presenza in mezzo a noi è anche un forte richiamo a valutare nella sua gravità il flagello che l’umanità si sta auto infliggendo: quello dell’aborto procurato volontariamente. Si tratta di un vero e proprio delitto che spegne, in modo indegno e crudele la vita di molti bambini. Siamo certi che Maria, come Madre dell’umanità, accoglie anche loro nel suo cuore materno e li porta in Cielo.
In questi ultimi anni poi, abbiamo visto il male accanirsi in modo del tutto particolare contro i bambini, volendo in ogni modo intaccare la loro purezza e corrompere la loro integrità attraverso ogni mezzo sia privato che, ahime, anche pubblico, come la scuola, andando così a colpire il cuore stesso di Dio, dove egli abita: “Guardatevi dal disprezzare uno solo di questi piccoli, perché vi dico che i loro angeli nel cielo vedono sempre la faccia del Padre mio che è nei cieli.” (Mt 18,10).
Maria è venuta tra noi duemila anni fà con la missione di portare al mondo Gesù, Via, Verità e Vita. Maria, Madre della Vita, è presente lunga la storia dell’umanità mediante la Chiesa, e mediante le sue manifestazioni soprannaturali chiamate mariofanie, e viene per portare sempre e nuovamente nel mondo Gesù, salvatore degli uomini, e per custodire la vita in ogni sua forma, dal concepimento fino al suo termine naturale.
Anche in questo Avvento Maria è tra noi per portarci Gesù, e donarci la pace che solo Lui ci può donare, la pace che proviene dal credere in Lui, nostro Signore, e nel vivere obbedendo sempre alla sua Volontà divina.
Maria, tu sei tra noi!